Trentatrè (Valore Alpino) – Inno degli alpini
Dai fidi tetti del villaggio i bravi alpini son partiti;
mostran la forza ed il coraggio della lor salda gioventù.
Sono dell’Alpe i bei cadetti, nella robusta giovinezza,
dai loro baldi e forti petti spira un’indomita fierezza.
Oh, valore alpin, difendi
sempre la frontiera,
e là sul confin tien
sempre alta la bandiera.
Sentinella, all’erta per
il suol nostro italiano,
dove amor sorride e più
benigno irradia il sol.
Là tra le selve ed i burroni, là tra le nebbie fredde e il
gelo,
piantan con forza i lor picconi, le vie rendono più brevi.
E quando il sole brucia e scalda le cime e le profondità,
il fiero Alpino scruta e guarda, già pronto a dare il ‘Chi va
là?’.
Oh, valore alpin, difendi
sempre la frontiera,
e là sul confin tien
sempre alta la bandiera.
Sentinella, all’erta per
il suol nostro italiano,
dove amor sorride e più
benigno irradia il sol.
L'INNO DEGLI ALPINI
COSA SIGNIFICA "TRENTATRE"
Il significato della "Trentatré", l'inno degli alpini, si presta a varie
interpretazioni. Quale sarà quella corretta?
Trentatré è il numero di battute al minuto dell’inno. Per chi non si
intende di musica possiamo dire che è il numero di colpi di tamburo
che batte il ritmo (un colpo forte per ogni battuta). La frase, ad
esempio, “dai fidi tetti del villaggio” corrisponde a due battute (di due
quarti ciascuna per chi conosce i rudimenti del solfeggio). Solo così si
ha un ritmo che corrisponde a quello con cui si suona di solito la
marcia. Una battuta corrisponde a due passi. Ad esempio “dai fidi tetti
del villaggio” sono due battute e coprono quattro passi (ovviamente
partendo col sinistro), corrispondenti a circa quattro secondi (un
secondo per passo). “Dai fidi tetti del” corrisponde a una battuta.
Provare e contare per credere.
Trentatré era il trentatreesimo pezzo nel repertorio delle fanfare alpine
dei primi reparti.
La sua vera origine viene però da un inno francese: Les Fiers Alpins,
testo scritto da D'Estel, con la musica di Travè.
Trentatré erano i passi da fare al minuto marciando (contando il passo
fatto sempre con il sinistro) e sul quale doveva sempre essere dato
qualsiasi ordine di marcia.
Trentatré si attribuirebbe al suono dei primi quattro accordi della
marcia stessa che vagamente suonano come la parola «trentatré».
La leggenda dice che nella prima fanfara alpina il maresciallo direttore
richiamava questo brano indicando con le dita (gesticolando) 2 volte 3.
Trentatré è il numero della pagina degli spartiti della banda nel 1887.